L’ALBURU DI LI BANDERI
Nel territorio di Costarossa, si trova un monumento poco conosciuto ma dalla storia affascinante: l’Alburu di Li Banderi, un maestoso e secolare ginepro situato sulla spiaggia di Li Feruli, ben segnalata e facilmente raggiungibile dalla frazione di Paduledda.
Silenziosa testimonianza di un passato non troppo lontano, questo albero divenne noto in quanto vi trovarono sepoltura provvisoria diversi cadaveri finiti in mare in seguito all’affondamento del Piroscafo Tripoli, che nella rotta tra Golfo Aranci e Civitavecchia, fu colpito da un siluro tedesco nella notte del 18 Marzo 1918, durante la prima Guerra Mondiale. Pochi furono i sopravvissuti, tra cui due persone di Trinità d’Agultu, mentre i morti furono ben 365.
Dopo l’affondamento del Tripoli, le correnti marine portarono sulla spiaggia una trentina di cadaveri. Furono avvertite le autorità i quali inviarono una squadra di volontari del Mutuo Soccorso di Aggius ad occuparsi del penoso compito del recupero delle salme. Raggruppati in un unico punto ben visibile da tutta la spiaggia, i corpi vennero composti e coperti da sacchi di juta e in seguito portati al cimitero di Trinità d’Agultu per la definitiva sepoltura.
A ricordo di quel recupero vennero deposte sotto il ginepro bandiere e gagliardetti con le mani che si stringono e l‘Alburu Ecchiu o Albero Vecchio, da allora venne chiamato Alburu di li Banderi o Albero delle Bandiere, Si racconta che ogni anno, sino alla fine degli anni ’40, si andava in pellegrinaggio fino a questo straordinario ginepro, considerato albero sacro, per lasciare i gagliardetti con una stretta di mano. Adesso invece, ogni anno si svolge una commemorazione all’ombra di questo ginepro diventato il simbolo di questa triste vicenda.